Mi capita, di tanto in tanto, di offrire caffè a degli sconosciuti.
Come sabato per esempio, al bar Tabacchi.
Io ero io e lui aveva una bici rotta e molta fame.
Come oggi, per esempio, sempre al bar tabacchi, ma non lo stesso di sabato.
Lui aveva una camicia bianca di due taglie inferiori rispetto alla propria taglia effettiva, aveva preso un caffè, ma finito i soldi.
Gli ultimi cinque euro se li era fumati al grido della folla incitante "gratta, gratta, Michelino!".
Lui sorrideva e grattava con le unghie, che erano diventate un po' nere e un po' d'argento.
E più grattava più divenatava triste in volto.
Aveva grattato tutto e non aveva vinto nulla, neppure un caffè.
Neppure quel caffè già preso.
Gratta, gratta, Michelino!
A volte sembra tutto un caso, una scommessa.
I giorni, la vita, intendo.
Ti capita, no, di avere quei giorni in cui apri gli occhi ed incroci le dite nello stesso istante, no?
Che ti leghi la felicità come fosse un nodo al fazzoletto, per non dimenticartela sopra il primo tram, insieme all'ombrello giallo.
La mia amica ha un contratto per tre giorni.
Gratta, gratta, Michelino!
Che magari vinci una supplenza!
Ti sei laureato e o lavori in un call center o emigri in America?
Gratta, gratta, Michelino!
Prendi 468 euro di pensione, è il 13 di maggio e vorresti comprarti una bistecca?
Gratta, gratta, Michelino!
Ero lì, e guardavo.
Ma Michelino, ma perchè? Ma non ti vogliono mica bene sai? Non sempre il bar degli amici è un mondo reale.
Lo so, lo vedo, che tu il tuo mondo ce l'hai in testa, ma sai qui è diverso.
Qui è tutto così strano che alle volte basta una camicia di due taglie più piccola a diventar il pretesto di mezz'ora di prese per il culo. Lascia perdere Michelino, che mentre tu gratti quello stupido cartoncino, lo Stato ha già grattato le tue tasche, e quei quattro coglioni al bar, la tua anima ed i tuoi occhi.
Non sono amici, Michelino.
No. Volevo dirtelo ed invece ti ho solo lasciato il caffè pagato.
Al bar tabacchi.
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