mercoledì 30 aprile 2014

Coincidenze a colori

Non l’ho mai visto dal vivo, un arcobaleno.
Forse solo una volta ci sono andata vicino.
Ero in macchina e qualcuno ha detto guarda-guarda-guarda-l’arcobaleno!
Ma son stata meno rapida a girarmi di quanto non sia stata la macchina a svoltare e cambiare corsia ed orizzonte.
Per cui nulla, nessun arcobaleno e nessun secchio col tesoro.
Ed oggi, che tutti pubblicate sui social e nelle piazze sta cazzo di foto dell’arcobaleno di ieri a Torino, sento riaffiorare in me questo antico dolore.
L’arcobaleno non esiste ragazzi.
Vero?
Ditemi la verità.
E’ un’illusione ottica.
E’ lo specchio delle pozzanghere.
E’ la pioggia che si riflette sui binari dei tram.
E’ il punto in cui si bacia la goccia con il fango.
L’arcobaleno è come l’amore. Non si spiega se non in sé stesso.
Esiste solo nei cuori di chi lo vive,diciamo, come negli occhi di chi lo guarda.
Per cui non è ancora il mio momento.
Diciamo.
Quanto lo incontrerò, riconoscerò il suo passo tra i passi di mille altri arcobaleni e bla-bla-bla ed i suoi colori saranno solo miei.
E finalmente potrò chiarirmi le idee sull’indaco.
Solo dimmi quanto ti fermi, arcobaleno?
Cioè che faccio. Riesco a scattarti una foto anch’io e vivere con la straziante malinconia del tuo ricordo?
Che faccio? T’aspetto?
O me ne frego?
Ma si, ma si. Me ne frego.
Faccio così.
Quando arrivi, arrivi.
E se ci becchiamo bene, sennò….
Sennò pazienza.
Viaggerò distratta su qualche altra auto e, se sarà destino, sarà.
Non ti rincorro, eh no, caro mio.
Figo tu, sette colori, tutti diversi.
Che poi, diciamolo, come outfit è un filo esagerato anche per Belen.
C’è una rappresentazione di te sulle finestre di qualsiasi scuola materna del globo.
Sei diventato più simbolo della pace tu che Gandhi.
Bo.
Non sarà che te la tiri un po’ troppo?
Quindi comunque ieri eri qui e non mi hai voluta incontrare.
Peccato.
Sei tu che c'hai perso e si chiude una porta e si apre un portone per me. Tze.
Peccato per te.
Avevo il rossetto rosso e una gonna indaco.
Credo.