Non l’ho mai visto dal vivo, un arcobaleno.
Forse solo una volta ci sono andata vicino.
Ero in macchina e qualcuno ha detto guarda-guarda-guarda-l’arcobaleno!
Ma son stata meno rapida a girarmi di quanto non sia stata la macchina a svoltare e cambiare corsia ed orizzonte.
Per cui nulla, nessun arcobaleno e nessun secchio col tesoro.
Ed oggi, che tutti pubblicate sui social e nelle piazze sta cazzo di foto dell’arcobaleno di ieri a Torino, sento riaffiorare in me questo antico dolore.
L’arcobaleno non esiste ragazzi.
Vero?
Ditemi la verità.
E’ un’illusione ottica.
E’ lo specchio delle pozzanghere.
E’ la pioggia che si riflette sui binari dei tram.
E’ il punto in cui si bacia la goccia con il fango.
L’arcobaleno è come l’amore. Non si spiega se non in sé stesso.
Esiste solo nei cuori di chi lo vive,diciamo, come negli occhi di chi lo guarda.
Per cui non è ancora il mio momento.
Diciamo.
Quanto lo incontrerò, riconoscerò il suo passo tra i passi di mille altri arcobaleni e bla-bla-bla ed i suoi colori saranno solo miei.
E finalmente potrò chiarirmi le idee sull’indaco.
Solo dimmi quanto ti fermi, arcobaleno?
Cioè che faccio. Riesco a scattarti una foto anch’io e vivere con la straziante malinconia del tuo ricordo?
Che faccio? T’aspetto?
O me ne frego?
Ma si, ma si. Me ne frego.
Faccio così.
Quando arrivi, arrivi.
E se ci becchiamo bene, sennò….
Sennò pazienza.
Viaggerò distratta su qualche altra auto e, se sarà destino, sarà.
Non ti rincorro, eh no, caro mio.
Figo tu, sette colori, tutti diversi.
Che poi, diciamolo, come outfit è un filo esagerato anche per Belen.
C’è una rappresentazione di te sulle finestre di qualsiasi scuola materna del globo.
Sei diventato più simbolo della pace tu che Gandhi.
Bo.
Non sarà che te la tiri un po’ troppo?
Quindi comunque ieri eri qui e non mi hai voluta incontrare.
Peccato.
Sei tu che c'hai perso e si chiude una porta e si apre un portone per me. Tze.
Peccato per te.
Avevo il rossetto rosso e una gonna indaco.
Credo.
Natalia, l'arcobaleno esiste, eccome. E non è neppure un gran che snob. E non è neppure unico. E' una coppia, anzi una famiglia, anzi un esercito. Gli arcobaleni sono dovunque. Nelle pozzanghere, nei prati irrorati dalla rugiada del mattino, nelle macchie oleose di grasso lasciate da qualche marmitta d'automobile. Non sono mica soltanto in cielo. Li vedi però se sei in condizione di farlo. Li vedi se hai le lenti giuste. Tu hai già praticamente tutto per vederne ameno uno al giorno, e ne vale la pena, perchè gli arcobaleni rappresentano il colore e con lui il calore della vita, ridotta altrimenti a un mesto b/n da cinefilo. Una cosa ti manca per cogliere l'appuntamento, però, e traspare leggendo il tuo blog. un pizzico più di fiducia in te stessa, un poco di zucchero che addolcisca il sapore di mandorla amara che sembra avere il mondo quando lo bevi, per come lo descivi. Non troppo. Appena appena un poco. E non mancherai a quel punto a neppure più un incontrocon lui. Sarà fantastico, perchè l'arcobaleno reca con sé la bellezza delle cose semplici, e tuttavia lascia intuire dalla combinazione dei suoi colori e dalle sfumature con cui si passa da una tonaità all'altra la complessità e la ricchezza dei mondi possibili. Ci sei vicina, scrollati di dosso un pelo della tua rassegnazione che suona un po' recita e un po' cinismo. E finalmente lo incontrerai.
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