"Il grido non nascondeva la rabbia”.
Ho conosciuto Anna Édes e Dezső Kosztolányi grazie a Mónika Szilágyi, che ne ha curato la traduzione e che, sin da ora, ringrazio.
La ringrazio perché leggere questo romanzo è stato più che imbattersi in un libro. E’ stato capire, imparare, a volte sospendere,per poi riprendere, la corsa.
In Anna Édes c’è tutto. C’ è un viaggio nel tempo e nei costumi dei borghesi in Ungheria durante gli anni del primo dopoguerra, c’è l’intrigo, c’è l’ansia delle aspettative, c’è il giallo.
Il romanzo si svolge quasi tutto all’interno del condominio, è un “Huis clos”.
Anna non esce quasi mai di casa. Quando lo fa però, ci si ritrova in strada con lei, alla scoperta di strade e di edifici nei suoi panni di serva, timida, a servizio di una famiglia descritta a tal punto da sembrare che i loro visi possano inciampare nelle tue giornate da un momento all’altro. La signora Vizy , che, lo ammetto, ho odiato, sottopone Anna a tutte le prove possibili, crea persino le condizioni perché ceda alla tentazione di rubare nella loro casa, ma niente, Anna è irreprensibile.
Anna non ruba, Anna non si concede, Anna è una serva perfetta. Irreprensibile e perfetta.
C’è una tensione palpabile in tutto il romanzo, a volte non si comprende bene cosa spinga i Vizy ad essere sempre così affannati.
Il comunismo? Il loro status borghese? La mancanza della reale conoscenza della felicità?
Ed in tutto questo Anna è tutto ciò che è, ed anche ciò che il lettore non si attenderebbe mai.
E' nella sorpresa delle situazioni e dei comportamenti che risiede l'unicità di questo romanzo: nulla è prevedibile e nulla è monocromatico.
"Accadde il miracolo quotidiano:stavano sognando".
Anna Édes- D.Kosztolányi. Trad. Mónika Szilágyi, Andrea Rényi- Edizioni Anfora
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