E' giunto sulla mia scrivania un libro che ha l'odore del sale. Quello del mare, dell'acqua che è pronta e bolle, quello delle lacrime.
Un libro scritto da una penna precisa, innamorata delle pagine bianche da riempire.
Sono giovani. Sono me, te, tuo figlio.
Diego è a Napoli da sempre. Non ha mai abbandonato la sua città, neppure quando sono andati via tutti, lasciandolo da solo alle prese con il suo dolore e il suo senso di colpa per la morte di un amico suicida.
Non hanno esitato ad andarsene i suoi amici di infanzia, Antonio, Genny e Nico.
E' andata via anche Giudy, che sembrava essere il volto dell'amore.
Da quel momento trascorrono giorni lenti e vuoti, banali cerchi concentrici alla ricerca di un modo per non pensare, per non lasciarsi sopraffare dai ricordi.
Già, i ricordi.
"Non è colpa mia se le cose finiscono. Non ci posso fare niente se alcune volte bisogna arrendersi all'evidenza".
I ricordi, quelli che si radicano al centro, in un posto improbabile tra testa e cuore. Quella tragica notte li ha un po’ cambiati tutti e ognuno di loro si è aggrappato alla propria effimera esistenza, come ci si aggrappa a un salvagente per non affogare. L’occasione per rincontrarsi, però, farà riaffiorare tutto ciò che in fondo era stato lasciato in sospeso e da cui non si può fuggire per sempre.
Un delicato ed appassionato intreccio di vite, di amicizie di luoghi che faranno sembrare la casa di Diego tutte le case del mondo.
Ed il gioco implacabile dei sentimenti che "ecco cos'è la mancanza, è che quando c'è lei mi sembra di fare un passo nel vuoto e quando non c'è, il vuoto sono io".
L'imperfezione dei ricordi, F. Borrasso- Ed. Rupe Mutevole
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