Lui era lì. Pronto come sempre.
Preciso. Scattante.
Né un minuto in più, né uno in meno.
Tempo era in forma, con l’addominale tirato, il piede scalpitante. Il borsone pronto.
Le scarpette con tutti tacchetti uguali, non nuovi, non usurati.
La partita, quella contro la squadra avversaria, i Ritar Datari, la prepara da sempre.
Strani loro. Bizzarri.
Perdenti, dice lui.
Di solito giocano sempre in uno in meno perché il loro più forte, lui, Per Digiorno, con quel nome che risuona come una bestemmia, quando va bene, si attarda negli spogliatoi.
Quando va male, lo trovi di sicuro a bere con quei due idioti di Inaf Fidabile e Tra Stullone e alla partita non ci arriva proprio.
Peccato non aver giocato tutte le partite perché ha i piedi buoni per davvero.
Questione di fortuna, dicono al bar.
La fidanzata di Tempo, la signorina Ora, è sul suo motorino della Fusorario ultimo modello, per dargli uno strappo. Lei non aspetta e Tempo lo sa bene.
Arrivano al Momento Giusto, dove c’è l’erbetta sintetica di un verde acceso. Il sole, un po' di vento e due nuvolette di pari dimensione. Ci son tutti.
Ecco, tutti tutti no.
Mai una volta eh? Mai na gioia!
Per fortuna arbitra il signor Quarto Doraccademico. Non fa storie, di solito.
Tempo, Preciso, Inorario, Puntuale, Sonopronto ci sono.
Arrivano, a ruota Tra Strullone, suo fratello Tra Felato, Inaf Fidabile, Sto Arrivando.
In lontananza anche Per Digiorno e il panchinaro Dueminutie Sondate (era al telefono con la sua fidanzata che lo aspetta solitamente sempre per la cena della sera prima)
-Chi manca?
-Il ragazzetto, la riserva di Tempo, il ragazzetto...
-Quale ragazzetto?
-Ma si, che te lo ricordi, dai. Voleva giocare anche lui e Preciso gli aveva detto precisamente di arrivare al Momento Giusto e all’ora programmata qui ed adesso. Né un minuto in più né un meno.
-Ma quale ragazzetto? Il figlio di quella che vende …
-Eccomiiii….Scusateee….Son qui! Son qui!Signore son qui!
-E tu saresti scusa?
-Piacere, io sono Iociprovo, il figlio di…
-Cosa sai fare esattamente?
-Chi? Io?
-E si tu ragazzetto. Che sai fare? Scatti? Tiri in porta? Pari? Anticipi le mosse? Le scadenze? Paghi le bollette? Non ti dimentichi neppure un numero civico? Cavalchi? Prendi tutti i treni? Che sai fare?
-Io… beh…io..
-Io ogni mattina mi sveglio
-Eh, bravo e poi?
-No, dicevo. Ogni mattina mi sveglio, mi lavo
(uuu si lava lui, con quei capelli lì, né lunghi né corti) (shhhh Sonopronto dai!!Non urlare!)
-Mi lavo, prendo un caffè, mi vesto e vado.
-E dove vai?
-Mi preparo.
-Bene si ho capito, ma ti prepari per fare cosa?
-Eh, signor Tempo, ad esempio stamattima mi son preparato per essere la sua riserva di stasera.
-E come ti sei allenato?
-A non avere paura della paura e a portare tutto questo con me- disse Iociprovo- indicando il grande zaino ai sui piedi.
-E cosa avresti lì dentro? Disse Tempo spazientito.
Intanto Ora, annoiata, era andata via a mangiare una pizza al nuovo locale Cogli al Volo.
-E…ci metto un po’ programmazione, un po’ speranza, un po’ di fiducia, un po’ di testa, un po’ di cuore e un po’ di culo. Poi un panino al formaggio ed una felpa che qui fa freddo. Infatti lo zainetto pesa un sacco, signor Tempo, vuol provare?
-Io non provo. Mai. Non ho bisogno di una riserva come te.
- Ne è proprio sicuro, signore?
-Certo che si. Come osi, ragazzino!!!
-No vede signore- disse Iociprovo- è che io potrei esserLe utile. Se dovesse perdere un treno, ad esempio, io potrei tirar fuori la speranza; se dovesse andare storto un appuntamento, io potrei darle un pezzo di fiducia. Potrei provarci quantomeno. E se tutto dovesse andar male, potremmo montare il cuore ed il culo e mangiare dei panini al formaggio. Non trova?
Signore? Non trova?
Iociprovo era lì, aspettava una risposta, ma non arrivò nulla.
Dicono che Tempo dia ragione dopo un po', ma deve aspettare che sua cugina Notte gli porti un consiglio.
Stava per andar via, un po’ deluso, ma mica tanto. L’aveva messo in conto.
Posso fare la riserva di qualcun altro, pensava tra sé e sé, quando gli chiesero.
-Scusa, ma dicevi che sei figlio di chi?
-Io sono il penultimo di tanti fratelli, forse conoscete la mia mamma.
Vende un po’ di tutto lì, all’angolo. Ogni tanto regala anche delle cose. Ogni tanto no. Da un sacco di consigli.
Degli schiaffi anche. Ha la mano pesante quando dà gli schiaffi. Una volta mi ha lasciato un livido che c’ho messo tre anni a dimenticarlo. Però è brava, per davvero. Ogni tanto parla così veloce che non la capisco subito e spesso fa delle cose che ti verrebbe da chiederle il perché. Però alla fine comprendi tutto e ti dai delle risposte. E poi è bravissima a preparare il passato, a volte lo fa con le verdure, altre volte solo coi ricordi. Non riscalda mai le minestre, a meno che tu non lo voglia. E se la inviti, ti porta sempre in dono un presente che puoi usare (o non usare) come meglio credi. Non è mai a mani vuote, lei.
E’ la signora Vita.
La conosce signore?